STAMPA ITALIANA Nº 165 dicembre 1991/gennaio 1992 1
2 Ott-Nov 2004
martedì 5 ottobre 2004 sabato 2 ottobre 2004 3
22 settembre 2004 2 ottobre 2004 4
il manifesto martedì 2 febbraio 1988 Nº 10 Ottobre 1993 5
Associazione Enotecnici Italiani - 31 luglio 1990 N 2735 del 28-07-93 6
7 Nº 4 - Aprile 1994
Edizione Abruzzo venerdì 9 settembre 1994 venerdì 29 novembre 1996 8
Mercoledì 20 aprile 1994 Edizione Abruzzo 9
Mercoledì 12 ottobre 1994 10
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anno LXXII - N 6/1995 domenica 23 febbraio 1997 Edizione Abruzzo 12
venerdì 11 luglio 1997 Edizione Abruzzo 13
lunedì 2 novembre 1998 14
martedì 24 novembre 1998 giovedì 3 dicembre 1998 15
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Maggio 2001 Antonella Bosso* Loretta Panero* Massimo Guaita* Concezio Marulli** * Istituto Sperimentale per l Enologia- Asti ** Cantina Ciccio Zaccagnini - Bolognano (PE) C. Marulli 20
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aprile/maggio 2002 L AQUILA DA BERE IN ABRUZZO NON C É SOLO UN GRANDE TREBBIANO DOC. BASTA ANDARE PER TRATTORIE. IL CONDUTTORE DI PORTA A PORTA COMINCIA I SUOI APPUN- TI ENOGASTRONOMICI PARTEN- DO DALLA SUA TERRA. l infaticabile Marcello Zaccagnini che guadagna posizioni anno dopo anno e ha raggiunto livelli alti prima con il Capsico rosso e ora soprattutto con il San Clemente, sia nella versione Montepulciano sia in quella Chardonnay. Da terra poco vocata, il mio Abruzzo sta trasformandosi in sorprendente miniera di talenti enologici. Prosit 23
giugno 2002 giugno 2005 24
maggio/agosto 2002 www.gamberorosso.it dal n. 124 - Maggio 2002 - pag. 181 dal n. 127 - Agosto 2002 pag. 100 Abbiamo detto di una strategia sull utilizzo delle uve bordolesi, come a Bolgheri, di un altra sulla valorizzazione di una procedura antichissima e su proprie uve come per l Amarone. Ma esistono nel nostro paese anche territori meno fortunati, diversamente condizionati dalla storia. Con improvvide strategie sulla quantità, che hanno fatto perdere decenni e treni di rincorse qualitative. Eppure in quasi tutte queste aree esiste un valore forte e originario dei vitigni, diluiti e banalizzati da rese altissime, che, semplicemente invertendo tale corso, possono riscattare l intero territorio. Come in Abruzzo. Decenni tra impianti a tendone e superproduzione. Ma il suo Montepulciano in questi ultimissimi anni sta comunque scalando i valori del grande rosso. Solitario cammino pioneristico qui di due produttori, Valentini e Masciarelli, in una Doc debole e generica. Ma il giro di boa è comunque avvenuto, l esempio raccolto. Una strategia di singoli che si è andata allargando. Ed oggi questo vitigno si esprime su almeno tre etichette, in uscita non a caso su tre annate diverse (la Doc debole porta anche a questo). Dalle colline di Bolognano il San Clemente 2000 di Zaccagnini esprime il carattere di un vino tutt altro che austero, con una ricchezza di polpa dalla giocosità fruttata e radiosa. Montepulciano di dichiarata felicità espressiva, di sontuosità femminea, medio-alto nella longevità, ma con un picco di piacevolezza tra i più elevati. Vini non facili, di difficile comunicazione, spesso scavalcati dai potenti cugini rossi o dai più profumati o legnosi bianchi, i rosati si preparano alla riscossa, in Italia e non solo. Tipologia ricca di differenze e di culture, estesa dalle Alpi alla Sicilia, può avere una nuova stagione di successo. Ma bisogna proporlo nel modo giusto. A cominciare dai ristoratori. 25
agosto/settembre 2002 www.viaggiesapori.it IL MENSILE DI CHI VIAGGIA CON GUSTO Il vino Di storia antica, ma di successo commerciale relativamente recente, la produzione vinicola abruzzese di qualità si basa su due colonne portanti: il Montepulciano d Abruzzo tra i rossi (anche nella versione Cerasuolo) e il Trebbiano tra i bianchi, entrambi Doc. Le zone di produzione più importanti sono la valle del Pescara, tra Popoli e il capoluogo, e le colline di Teramo, Pescara e Chieti Il vino in abbinamento può essere il Cerasuolo, meglio se di un produttore della zona, come MARCELLO ZACCAGNINI. La sua cantina, abbellita con opere d arte, è aperta anche alle degustazionie alla vendita diretta e si trova a Bolognano, non lontano dalla celebre abbazia di San Clemente La fattoria di Zaccagnini si raggiunge da Popoli in una ventina di minuti d auto, prendendo la statale 5 Tiburtina, in direzione di Pescara 26
Edizione Abruzzo Venerdì 22 novembre 2002 Domenica 24 novembre 2002 27
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RIVISTA MENSILE DELLA ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI Marzo/Aprile 2003 29
Nº 9 Settembre 2003 CAPITAL Nº 11 Novemnre 2004 30
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Gambero Rosso Lunedì - 14 luglio 2003 32
Edizione Abruzzo Sabato 15 novembre 2003 Domenica 16 novembre 2003 Domenica 16 novembre 2003 33
febbraio 2004 www.gamberorosso.it 34
luglio 2004 www.gamberorosso.it I vigneti di Zaccagnini in Abruzzo e la sua cantina. 35
novembre 2004 www.gamberorosso.it 36
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Capital Luglio 2006 Luglio 2009 49
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12 novembre 2007 L incontro. Proietti e Bud Spencer, in basso a sinistra Zaccagnini e Federici 63
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giovedì 27 dicembre 2007 di ROBERTO GERVASO HI MANDA C avanti la baracca in Italia, che qualcuno eufemisticamente e misericordiosamente chiama "sistema"? Non la manda avanti né chi ci governa né chi sta all'opposizione. Non la mandano avanti i sindacati, le corporazioni, le lobby. La manda avanti chi, ogni mattina, si rimbocca le maniche e sgobba fino a notte fonda. La mandano avanti quei piccoli e medi imprenditori senza santi in paradiso né padrini in terra che, venuti dal basso, ma sempre guardando in alto, hanno costruito un impero. Fra questi, Marcello Zaccagnini, vignaiolo come si definisce, di Bolognano, in quel di Pescara. Ha cinquant'anni e ne ha passati trenta fra vigneti e barrique, le classiche botti di vino. Ne parla come se nella sua vita non ci fosse altro. E forse, a parte la famiglia, altro non c'è. Il suo primo bicchiere di vino? A dieci anni. Di nascosto dai miei genitori. Un assaggio clandestino e indimenticabile La sua prima bottiglia di vino (prodotta)? Nel 1978, venduta senza il conforto del marketing. Che vino era? Un Montepulciano. Quante bottiglie di vino escono ogni anno dalle sue cantine? Circa un milione, con diciotto diverse etichette. Quante ne esporta? Il settanta per cento. Dove? Stati Uniti, Germania, Nord Europa: Ma anche Sud Africa, India, Hong Kong. Il suo rosso più venduto? Il Montepulciano d'abruzzo. Con il tralcetto di vite legato al collo è diventato un po' il simbolo dell'azienda, riconoscibile le in tutto il mondo. Il suo bianco? Il bianco di Ciccio, dedicato a mio padre Francesco. Fate anche spumante? Poco. Almeno per ora. I vigneti sono tutti di sua proprietà? In gran parte, sì. Gli altri? Di amici. Le caratteristiche del Montepulciano? È un eccezionale vitigno. Dalle uve ricaviamo. sia vini freschi e fruttati, come il Cerasuolo, che grandi rossi, da conservare a lungo in cantina. I più prestigiosi vitigni italiani? Sicuramente il nebbiolo, che dà origine al Barolo, al Barbaresco e ad altri celebri vini; il Sangiovese, padre del Chianti e, nelle sottovarietà, del Brunello di Montalcino e del vino nobile di Montepulciano. Il vitigno più antico? Risale alla civiltà babilonese e a quella egizia. Quasi certamente, un moscato. I greci bevevano solo a tavola, nei banchetti, nei simposi? No: anche nelle cerimonie sacre. Basta leggere Omero. Nella Grecia classica la vite si coltivava e il vino si commerciava in tutto il bacino del Mediterraneo. I greci perfezionarono le tecniche di coltivazione, di selezione dei vitigni e la lavorazione. L'Italia importerà queste tecniche.' E i romani? Hanno fatto conoscere Bacco all'impero. Il vino non era solo una cospicua fonte di reddito per i commercianti, ma aveva anche un ruolo sociale. I vini più in voga? Il Falerno, il Cecubo, il Massico, il Formiano. Vini di prestigio e di rango perché bevuti dagli aristocratici e dagli stessi imperatori. Catone, Virgilio, Plinio il Vecchio, Columella scrissero trattati di agricoltura che descrivevano e celebravano la coltura della vite. Gli amici del vino? Soprattutto chi accudisce amorevolmente la vigna, la educa, la pota, la zappa, la concima. E ne raccoglie i frutti. I killer? La filossera, piccolo insetto venuto dall'america alla fine dell'800. Distrusse allora l'80 per cento dei vigneti europei. E oggi? La sovrapproduzione, le concimazioni chimiche, le forzature che indeboliscono le difese naturali della vite, esponendola a fatali malattie. Quanti vini italiani sono identificabili? Dipende dalla bravura del degustatore. In Italia ci sono circa quattrocento vini DOC (denominazione d'origine controllata) e DOCG (denominazione d'origine controllata e garantita), e altre centinaia a indicazione geografica tipica. 65
Come si giudica un vino? Attraverso l'analisi organolettica, che prevede l'utilizzo della vista, dell'olfatto e del gusto. Nell'aspetto, essenziale la limpidezza, la brillantezza o la profondità del colore. Ruotando il bicchiere, la maggiore o minore fluidità del vino ci consente d'intuirne la struttura. Negli spumanti la finezza e il persistere dell'effervescenza sono fondamentali nel fissarne i parametri di qualità. E l'acidità? È po' la "spina dorsale" di un vino. Perché? Perché gli consente di conservarsi negli anni. Un grande rosso può raggiungere età avanzate. Ma dev'essere morbido, avvolgente, suadente e, soprattutto, persistente. E il gusto, l'aroma? Dipendono dal vitigno di provenienza, che caratterizza la tipicità del prodotto. Nel caso del Montepulciano d'abruzzo, al naso si riconoscono la viola e l'amarena con profumi complessi tendenti, con l'invecchiamento, allo speziato. La giusta temperatura del vino? Un vino bianco bevuto a temperatura ambiente sarebbe disarmonico e acido; un vino rosso bevuto freddo perderebbe la fragranza e la complessità. La giusta temperatura dello champagne e dello spumante? 6-8 gradi; vini bianchi giovani di pronta beva, 10; vini bianchi complessi, in botti di legno, 14; vini rosati, 12; vini rossi giovani poco strutturati 16-18; vini rossi di grande struttura e complessità, 18-20. E i vini dolci? Vanno bevuti freschi, non freddi. Come abbinare i vini? A parte il luogo comune che lo champagne può essere bevuto a tutto pasto, di solito s'inizia con i vini più leggeri e freschi e si finisce con quelli più robusti e strutturati. Noi italiani abbiamo una cattiva abitudine: scegliamo prima i piatti, poi il vino o i vini. I francesi? Fanno il contrario. Le regole della degustazione? Una degustazione professionale dovrebbe essere sempre fatta a bottiglie coperte e numerate (a meno che non. si degustino diverse annate di uno stesso vino), verificando i parametri e seguendo la sequenza vista, olfatto, gusto. La scelta del bicchiere? Fondamentale. Lo stesso vino va versato in 4 o 5 bicchieri diversi per forma e dimensione, partendo dal bicchieraccio da osteria fino al calice di cristallo. Il vino reagirà rivelando gli aromi e la natura in modo differente. Come dev'essere il bicchiere? Alto, slanciato, con un piede che consente di afferrarlo con facilità, trasparente e ampio abbastanza per contenere il liquido e per poterlo roteare, apprezzandone il colore e la consistenza. È vero che non cambiare vino è un'eresia? Un semplice pasto può prevedere il consumo di un bicchiere di vino, adeguato a ciò che si consuma. Un pranzo o una cena importante con diversi ospiti e un menu articolato consente abbinamenti sui diversi piatti. Essenziale è l'armonia fra cibo e vino. Specialmente in un incontro conviviale. A tavola quanti bicchieri di vino si possono bere impunemente? Un adulto, anche due. Le tecniche di vinificazione? Quelle attuali ci consentono di rispettare la naturalità della materia prima uva, il controllo delle temperature, le pressature soffici, i sistemi di filtrazione di ultima generazione che non utilizzano prodotti chimici e non impoveriscono il vino. L'assaggiatore enologo deve avere più naso o più palato? L'uno e l'altro. Il Paese al mondo dove si produce più vino? Attualmente, la Francia. I grandi vini d'oltralpe? Champagne, Borgogna, Chateneuf du Pape, Bordeaux. Cos'hanno i vini francesi in più di quelli italiani? Un carisma acquisito da gloriose denominazioni, vecchie di centinaia di anni. Solo questo? No. Anche lo strettissimo collegamento vino-territorio e l'ottima strategia di marketing. In meno? Il rapporto qualità-prezzo. E poi, noi siamo la terra dei 500 vitigni. La nostra forza è la varietà e la tipicità. I grandi bevitori della storia? Tanti. Il poeta persiano Hafiz, nel XIV secolo, fece scandalo per i versi dedicati all'ebbrezza e al vino. Direbbe con Brillat-Savarin: "Un pasto senza vino è come un giorno senza sole"? Non saprei dire meglio. E con Lessing: "Si può bere troppo, ma non si beve mai abbastanza"? Bere troppo fa perdere il piacere di bere. Si fida di più del bevitore o dell'astemio? Le rispondo con Baudelaire: "Chi non beve vino ha qualcosa da nascondere". È più triste un uomo che mangia solo o un uomo che beve solo? E me lo domanda? Chi? Un uomo che beve solo. In vino semper veritas? Sì, anche se, oggi, molti vini hanno il naso più lungo di quello di Pinocchio. Il vino risveglia i sensi o l'intorpidisce? Dipende dalla quantità. Un bicchiere? Un bicchiere aiuta, migliorando la digestione e la tonicità. E una bottiglia? Sortirà l'effetto opposto. Prima di un convegno galante, meglio un rosso, un bianco o un rosé? lo scelgo il rosé. Le è più facile rinunciare a una bella donna, o a un bicchiere di vino? Rinuncio volentieri a un bicchiere di vino se so di poter "bere" dopo una bella donna. È vero che un bicchiere di vino riduce il rischio-infarto? I vini rossi, ricchi di tannini, resvetratolo, flavonoidi, fanno bene anche al cuore. Purché non se ne abusi. È vero che un Papa famoso beveva il suo vino? Nel maggio del 1984 ricevetti una telefonata dal Vaticano. Era suor Antonietta e chiamava per conto del Cardinale Casaroli. E cosa voleva da lei Sua Eminenza? Acquistare il mio cerasuolo. Lì per lì, pensai a uno scherzo. Ma non lo era. Incontrò il porporato? Sì, a Roma. E non le dico l'emozione. Mi confidò che sia lui che Papa Giovanni Paolo II gradivano molto il mio cerasuolo. Lei si è mai ubriacato? No. Conosco i miei limiti. E quelli del vino. A cosa è dovuto il suo successo? Al sudore della fronte. Ha tre figli. Raccoglieranno, un giorno, il suo scettro? Non lo so. Ma ne dubito. Perché? Non hanno fatto la fame. 66
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Le dolci colline nei dintorni di Bolognano (Pe) sono l'ideale per la viticoltura sia per la natura dei terreno che per la costante presenza di un vento che soffia sempre mode~ ratamente e che permette alle vigne di non soffrire mai l'umidità. In un contesto simile, negli anni Settanta, era scontato che Ciccio Zaccagnini decidese di dedicarsi alla coltivazione dell'uva. Al l'inizio erano solo 3 ettari di terreno e l'uva veniva venduta. Poi, soprattutto per alcuni pagamenti non rispettati, il buon Ciccio passò a fare tutto da sé. Così nel 1976 si comincia a vinificare con risultati però non molto positivi. L'anno successivo Zaccagnini si avvale della consulenza di Gustavo Pizzamiglia e le cose migliorano decisamente e nel 1978 vengono commercializzate le prime bottiglie di Montepulciano d'abruzzo con il marchio "Fattoria Zaccagnini" L'attività va a gonfie vele al punto che l'azienda, in un primo tempo ubicata a Bolognano, nei primi anni Novanta, viene trasferita alla periferia dei paese, in contrada Pozzo, letteralmente in mezzo ai vigneti. E proprio in questo periodo che il figlio di Ciccio, Marcello, entra a tempo pieno nell'azienda. Sino a quel momento si era occupato della cantina ma la sua attività primaria era il saldatore, attività condotta per 11 anni. Gli anni Novanta rappresentano la svolta dell'azienda che si pone alla ribalta dei settore. In collaborazione con l'istituto per la viticoltura di Conegliano Veneto si comincia uno studio sistematico delle viti e dei terreno che porterà a grandi risultati. L'unica cosa negativa è rappresentata dalla malattia di Ciccio Zaccagnini che non può più seguire l'attività come prima. Nel 2000 Ciccio muore ma Marcello riesce a portare avanti al meglio ciò che il padre aveva costruito. Al suo fianco, il cugino, Concezio Marulli,enologo, anche lui di Bolognano: sin da bambino ha frequentato la cantina Zaccagnini. Come dire che il vino è sempre stato presente nella vita di Maruili, diplomatosi all'istituto Agrario di Alanno e specializzatosi in enologia e viticoltura all'agrario di Ascoli Piceno. "Abbiamo origini umili e per noi è un vanto - ci dice Marcello Zaccagnini - e la nostra è stata una crescita costante nel tempo. Ogni anno abbiamo reinvestito nell'azienda ciò che si guadagnava e questo continua anche oggi perché credo ciecamente nel progetto." I vini Zaccagnini sono conosciuti per il tralcetto messo sulle bottiglie; com'è nata l'idea? Tanti anni fa, quando non avevamo molti La bottaia soldi, ci siamo rivolti il SegnaPosto 106
il SegnaPosto all'allora preside dell'istituto Agrario di Alanno, il prof. Franco Di Medio, che ci fece una consulenza gratuita e ci suggerì che non avendo un grande budget bisognava trovare qualcosa di semplice che funzionasse comunque bene. Nacque così l'idea dei tralcetto che ci ha caratterizzato perché dava immediatamente l'idea della terra e dei lavoro, della genuinità e della qualità. La sala degustazione con vetrata sul vigneto a forma di occhio Parliamo ora di arte, una presenza ben visibile nelle sue attività "Devo dire che in famiglia c'è sempre stata una vena artistica e poi, fare vino non è alla fine anch'essa un'arte?" Partiamo dall'artista tedesco Joseph Beuys. Il grande Beuys ci rese l'onore di scegliere ia nostra cantina il 13 Maggio dei 1984 per parlare di arte e territorio. Era presente ad ascoltarlo la crema della cultura internazionale. Ci lasciò un segno (anche letteralmente in cantina) nei nostri cuori. Due anni fa piantammo una quercia in ricordo dei suo amore per la natura. Sono passati tanti anni ma gli appuntamenti con l'arte si sono moltiplicati. "Sono appassionato e la cultura per me è un concetto importante. Così organizziamo eventi come Uv'Arte, il Tralcetto dell'amicizia, il Premio Prisco (sono uno dei fondatori dei premio), il Premio Pigro (ogni anno, in ricordo di Ivan Graziani, un artista realizza un fiore che viene messo in etichetta), Arte in cantina e tante altre iniziative" Tanti i personaggi arrivati a Bolognano: da Beuys a Ermanno Olmi, da Sergio Zavoli a Peppino Prisco (era un grande amico di Ciccio Zaccagnini), da Roberto Gervaso a Paolo Portoghesi, dal generale Luigi Federici al generale Guido Bellini, da Ennio Morricone a Remo Girone, da Bud Spencer a Terence. E poi le istallazioni in azienda. "Sono molte e di artisti di rilievo come Pietro Cascella (da segnalare la colomba che è andata nello spazio con l'astronauta Vettori), sua moglie Anna Maria Cesarini Sforza (con il suo mosaico), Franco Summa e tanti altri". In cantiere c'è però un grande progetto. "Entro Maggio, giusto in tempo per Cantine Aperte, sarà inaugurato un per corso alla riscoperta dei territorio che vedrà la presenza di sei grandi opere di Pietro Cascella, Franco Summa, Dino Collelongo, David Baci, Mauro Berrettini e mio figlio Simone. Ogni opera rappresenta senta un'aspetto della natura. il mio sogno è di realizzare un vero e proprio borgo qui, dove arte e vino vadano di pari passo. Con l'aiuto di mia moglie Sonia Ferretti, archi- 107
tetto, stiamo portando avanti un progetto in tal senso con studi di impatto ambientale e biodiversità, usando legno, pietra, ferro e rame, salvaguardando la natura perché il territorio deve essere rispettato: il territorio ci fa grandi". Già, il territorio. Zaccagnini può contare su 22 ettari di vigneto a Bolognano ma anche su 77 ettari a Catignano (Pe) mentre da poco sono stati acquistati 11 ettari a Controguerra (Te). Proprio in Vai Vibrata c'è l'intenzione di creare un impianto di distillazione con una piccola cooperativa che serva i produttori dei "Colline Teramane". I vigneti sono composti da: 60% Montepulciano d'abruzzo, 20% Trebbiano e 20% diviso tra Chardonnay, Riesling, Cannonau e Moscatello di Castiglione. Attualmente la produzione è di circa 800.000 bottiglie all'anno con il 60% che va all'estero (in 26 nazioni), soprattutto negli Stati Uniti e in Scandinavia. La linea dei vini è piuttosto corposa. Vi segnaliamo il San Clemente Montepulciano con un primo passaggio in barriques nuove per 15/18 mesi; il Chronicon Montepulciano, il Capsico Rosso (selezione frutto di un particolare clone), I'Ikebana (fatto con particolari selezioni di Montepulciano) l'ibisco Rosa (Cerasuolo) ed il San Clemente Trebbiano. Quest'ultimo vino merita un approfondimento. Il vino si trova in barriques e bisogna rimescolare periodicamente la cellula dei lievito che deve stare sempre in sospensione. Circa ogni settimana avviene il ruotamento delle barriques.vi è una barrique campione con il fondo in vetro dove si controlla il lievito. Infine i passiti con il Plaisir bianco (Moscatello di Castiglione), il Plaisir rosso (con uve Cannonau) e l'ultimo, il Clematis, un passito di Montepulciano che resta tre anni in piccole barriques. È proprio il caso di dire: il vino, il SegnaPosto 108
VARIO agosto-settembre 2008 Vignaioli /Marcello Zaccagnini 109
colori sgargianti di Montepulchino, la scultura in poliuretano, alta otto metri e mezzo, realizzata tra i vigneti di Bolognano dall'artista olandese David Bad, irrompono con una grande carica di energia tra le delicate sfumature cromatiche di un paesaggio incantevole che la natura e gli uomini hanno rispettivamente creato ed ingentilito. Dalla grande terrazza sospesa sui filari di Montepulciano lo sguardo vola verso la Maiella e si posa sulla valle. Marcello Zaccagnini ha voluto costruire il nuovo punto di osservazione seguendo le indicazioni di un sogno. «Non sono un architetto -dicema la mia immaginazione ha consegnato un progetto che si è rivelato perfettamente coerente con le esigenze estetiche e funzionali legate all'ampliamento dell'azienda». La terrazza copre un nuovo spazio produttivo destinato ad accogliere un sofisticato sistema di imbottigliamento e cisterne a temperatura controllata in grado di custodire 1 1Omila ettolitri di vino in più rispetto al passato. Un mix di alta tecnologia e rispetto della tradizione, realizzato con una cura dei particolari che sorprende solo chi non conosce Marcello Zaccagnini e non ha seguito nel corso degli anni la sua ricerca della qualità assoluta. Nella vasta tenuta di contrada Pozzo la vitivinicoltura e l'arte hanno trovato una sintesi armoniosa nel segno dell'amicizia. Tra i filari sono state collocate opere preziose. Pietro Cascella ha lasciato due testimonianze "Il Sole"ed Il Segnale", Ia fantasia di Franco Summa ha creato "La Raccolta", si possono ammirare lavori di Dino Colalongo e Franco Giuli. Simone Zaccagnini, il 26enne figlio primogenito di Marcello è l'autore di "Laura", una elegante ed espressiva scultura in bronzo. Al l'interno dell'azienda si possono ammirare le realizzazioni di Gino Sabatini Odoardi e di Alessandro Guerriero. «L'arte alimenta i sogni che sanno motivare l'esistenza. Se fossi stato solo un imprenditore attento agli utili, arido sentimentalmente, privo della spinta a superare i miei limiti -dice Marcello- non sarei stato in grado di costruire quella che oggi è una realtà importante nell'economia abruzzese». I dati fotografano la qualità dell'azione imprenditoriale. L'azienda Zaccagnini fattura ogni anno oltre dieci milioni di euro, immette sul mercato un milione e trecentomila bottiglie, lavora complessivamente 300 ettari di vigneti, garantisce occupazione a 100 dipendenti ed ha un'espansione crescente sui mercati internazionali. La rete di distribuzione si estende in 34 stati. Il primo confronto con la globalizzazione risale al 1980 e si realizzò con il continente più lontano, l'oceania. Il molisano Gino Di Santo, proprietario dell'enoteca Sileno di Melbourne fu il primo a credere nella produzione di Marcello Zaccagnini e ad acquistare 60 cartoni di Montepulciano, 600 bottiglie in tutto. Sono trascorsi 28 anni e Di Santo non ha mai smesso di riempire gli scaffali dei suo locale con rossi, rosati, bianchi, passiti e spumanti provenienti da Bolognano. Nel frattempo le esportazioni dell'azienda Zaccagnini sono aumentate vertiginosamente. I vini con il simbolo dei tralcetto hanno trovato estimatori in tutta Europa, nelle Americhe con particolari riconoscimenti negli Stati Uniti, in Africa ed in Asia. Il mercato sudcoreano in ordine di tempo è l'ultimo territorio dei gusto conquistato. La soddisfazione più recente Marcello Zaccagnini l'ha avuta dal Nord Europa, essendo risultato il produttore italiano più apprezzato in Norvegia. «Per fare l'imprenditore in questo settore occorre avere ben sviluppati i sensi dell'olfatto e dei gusto ma ancor di più è necessario un forte fiuto per gli affari» sorride Marcello. «Fortunatamente la capacità di anticipare seppur di poco i concorrenti nelle scelte strategiche e di capire il trend favorevole continua ad essere la mia arma vincente. Si può conseguire una brillante formazione manageriale studiando ed impegnandosi molto ma se non c'è quella sensibilità che ti fa cogliere ciò che non è ancora visibile è difficile reggere il confronto con realtà imprenditoriali che hanno dalla loro parte storia e grandi capitali. lo ho iniziato dal nulla ed ho costruito la mia attività sulla capacità di sognare». Marcello Zaccagnini ha avuto la forza di trasformare in realtà quello che ha immaginato. La sua storia personale merita di essere conosciuta perché è fondata su sentimenti veri e profondi. t piaciuta anche a Sergio Zavoli e forse un giorno sarà raccontata in un libro. «Quando mio padre Ciccio si ammalò avevo 16 anni e frequentavo il secondo anno dell'itis a Pescara. Mio fra- VARIO 110
VARIO tello Gianni, di dieci anni più grande, lavorava all'estero. Capii che l'attività di vitivinicoltore, tanto cara a papà, stava rischiando di finire e con essa i soldi necessari per vivere dignitosamente. Per aiutare la famiglia decisi di lavorare. Al titolare della ditta Lattanzio che stava per assumermi dissi di non saper fare niente ma di avere una grande volontà. Per undici anni sono stato saldatore, ero apprezzato, mi facevano sentire come un piccolo chirurgo ma quella non poteva essere la mia attività. Ho cominciato a dividere il mio tempo tra l'officina e la campagna. li mio primo stipendio di 90mila lire, nel luglio dei 1973 lo diedi a mamma Iva chiedendole di spenderlo tutto per le sue necessità. L stato difficile conciliare i due lavori e soprattutto prendere le misure dei mondo, cogliere le opportunità e difendersi dalle insidie. Due colossali fregature nel 1975 e nel 1976 mi fecero capire chiaramente che era giunto il momento di cominciare a vinificare e a non vendere più uva a grossisti. Devo molto a Franco Valeriano Di Medio, gli chiesi nel 1977 un consiglio ed ottenni un aiuto fondamentale. Fu proprio l'ex preside di Alanno con grande generosità a suggerirmi l'etichetta scritta a mano e mi convinse a scegliere quale simbolo il tralcetto. Ho lasciato il lavoro di operaio il 3 marzo dei 1984, l'azienda vitivinicola era cresciuta, mi sono sentito maturo per cimentarmi nel mondo dell'imprenditoria. Non ho voluto seguire mia fratello Gianni nel suo lavoro in giro per il mondo con l'eni nonostante il suo stipendio allora fosse venti volte superiore al mio. Avevo sognato di produrre vino come voleva mio padre ed ho realizzato il mio desiderio. Oggi a 51 anni nonostante i risultati conseguiti mi piace continuare a sognare e crescere. Cerco di trasmettere a Simone, Gianluca e alla piccola Giulia, i miei figli, i valori che ho ricevuto e nei quali credo». La cultura dei lavoro che Marcello Zaccagnini manifesta si fonda sull'esperienza e sulla inesauribile voglia di conoscere. Il suo trainer formatore coreano lo ha avvicinato alla cultura orientale e gli ha proposto un approccio diverso al modo di fare l'imprenditore. «A Bolognano stiamo attuando dei progetti ad impatto ambientale zero. Recuperiamo ad esempio le acque degli scarichi, le depuriamo e le riutilizziamo per l'irrigazione. Abbiamo ripristinato tre ettari di bosco piantumando 450 querce per riprodurre l'ossigeno inevitabilmente sottratto all'ambiente dalla fermentazione delle uve. Tutto questo è realtà e non utopia. Vi fidate della mia parola? È quella dell'uomo dei sogni che si realizza- 111
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STAMPA ESTERA www.winespectator.com 30/06/2002 BUYING GUIDE by James Suckling giugno 2002 125
Le Guide de l Espresso 1989 June 15,1990 126
Magazine for Connoisseure CAMPAÏ n. 19 Autumn 1992 127
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02/10/98 Lebensmittel Zeitung Nr. 40 129
Herald Sun, Tuesday, August 4, 1998 130
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Essen & Trinken NEUE WESTFALISCHE NR. 120. SAMSTAG/SONNTAG, 24./25. MAI 2003 Rhein-Riesling aus den Abruzzen Der,,Ibisco Bianco überrascht selbst Italien-Kenner VON MANFRED GODEK Die italienische Weinkarte bietet viele Raritaten.Eine davon zieht seit rund zwei Jahren nicht nur die Aufmerksamkeit der Fachwelt aufsich: Der Ibisco Bianco (Weisswein Hibiscus), ein Weisswein aus den Abruzzen. Das Gewächs ist zusagen zugewandert. Es ist ein Riesling vom Rheiib, der sich in den südlichen Gefilden akklimatisierthat. 1991 wollten Marcello Zaccagnini, Beesitzer eineskleinen Weingutes in den Abruzzen (bei Bolognano/Pescara) und sein Oenologe, Concezio Marulli, einen neuen Berg anlegen. Das Terrain lag im Schatten - ungünstig fur italienische Reben. Der Winzer erinnerte sich an Reissen nach Deutschland und die Weine, die er der wesentlich herberen Klimazone degustiert hatte. Sie hatten allesamt eine feine Struktur, erhebliche Säure, viel Aroma und ein Potential, das sich langfristig entwickelte. Er fragte nach der Rebsorte. Die Antwort: Rhein- Riesling! Zaccagnini entschiedsich, diesen Wein in seiner mittelitalienischen Heimat anzupflanzen, was er nicht bereute. Nach einigen Jahren des Experimentierens ist erkennbar, wie das Terroir Einfluss genommen und einen ho chst eigenständigen Weisswein hervorgebracht hat: Der Ibisco Bianco ist ein sehr feiner Weisswein sehr aromatischt und fruchtbetont. Er besitzt eine grosse Struktur, hat aber nicht die starke Säure, die so typisch am jungen Rhein-Riesling ist. Im Laufe der Jahre ist auch die Kellerei-Technik ausgereift. Nachdem die Trauben unter Vakuum- Bedingungen sanfit gepresst worden sind, bleibt der Most nur 24 Stunden auf der Maische stehen. Etwa 30 Prozent des Mostes werden dann im Barrique vergoren und für sechs Monate ausgebaut, die restlichen 70 Prozent garen im Edelstahltank. Im März nach der Ernte wird das Cuvèe erzeugt. Der Ibisco Bianco ist ein Wein, der erst im Mai auf den Markt kommt, und der aufgrund seiner Struktur und Klomplexität einige Jahre lang gelagert werden kann. Importiert und Deutschtland vertrieben wird ervon Il Nuraghe, Happurger Strasse 88, 90482 Nurnberg, tel (0211) 50109, www.ilnuraghe.com. April/Mai 2003 137
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www.wijnplein.nl Mr. Door Jan Rook Azienda Agricola Ciccio Zaccagnini Voor het moderne wijnbedrijf Zaccagnini wachten de manager Angelo Ruzzi en zijn wijnmaker/oenoloog Concezio Marulli ons op. Zaccagnini is in 1978 opgericht in het centrum van Bolognano. In 1982 werd het bedrijf omgezet in een naamioze vennootschap en verhoogde men de productie naar 500.000 flessen. Het bedrijf een commitment met kunst. In de vatenkeider en de ontvangstruimten bevinden zich veei kunstuitingen. Proeverij 1) San Clemente Trebbiano DOC 2004. Behoorlijk gele kieur. Delicate neus. Rijpe en rijke neus. Filmende aanzet, goed concentraat. Echte eetwijn, goed gestructureerd. 2) Cerasuolo Myosotis DOC 2004. Licht rode kleur. Goede fruitexpressie. Volle, krachtige wijn. Mooie lunchrose 3) San Clemente Montepulciano d Abruzzo 2003. Vrij diepe kieur. Mooie neus, krachtig en expressief. Goede, romige smaak. Heel geconcentreerd. Rijpe tannines, lengte en balans. Goed! 4) Plaisir Passito Muscat Bianco IGT 2004. Goudkleurig. Gemaakt van ingedroogde druiven. Complexe neus van. Fors zoete smaak. Weinig zuren waardoor het zoet erg naar voren komt. 5) Clematis 2000. Diep rode kleur. Gemaakt op basis montepulciano. Hele typische neus. Ruikt naar volle zoete smaak. Bijzonder. 50 liter vaaties. Combinatie met chocolade blijkt met deze wijn goed te gaan. 85 gram restsuiker. Conclusie Modern wijnbedrijf met kundige wijnmaker. Goede en mooie wijnen en doordacht concept. 15 Maggio 2006 149
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Luxemburger Wort Mittwoch, den 8. November 2006 Tageblatt Donnerstag, 9. November 2006 JUILLET/AOÛT 2006 152
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NORVEGIA Abruzzo, Italia: Vinhuset Zaccagnini lager strålende viner i spektakulære omgivelser i Bolognano i Abruzzo-regionen. Nå også med en suveren pappvin. Marcello Zaccagnini Vinhuset Zaccagnini s hjerte og sjel er den perfeksjonistiske og nærmest maniske vinmakeren Concezio Marulli. Han lager et svimlende antall forskjellige viner og er en merkverdig blanding av teknofetisjist og myk naturen-vetbest-vinmaker. Concezio Marulli har jobbet i vineriet til Zaccagnini siden han var 13 år, bare avbrutt av at hans onkel og eier av vinhuset, Marcello Zaccagnini, sendte ham ut for å studere til ønolog (vinmaker). Tillit er bra kontroll er bedre Concezio Marulli (bildet) er nå en av Italias mest respekterte vinmakere. Han har gjort flere oppfinnelser og er en ivrig deltager i ulike forskningsprosjekter. Vi har aldri opplevd å bli til de grader overøst med labbresultater og vintekniske dibedutter under et reportasjebesøk som når vi besøkte Zaccagnini. Han er en kontrollfrik av dimensjoner og gjennomanalyserer hver dråpe vin i sitt velutstyrte, men klaustrofobiske laboratorium. Han stoler kun på seg selv og er spesielt misstroisk til sine leverandører av vinkorker. Marulli har derfor til enhver tid enorme mengder korker til dyrkning i labben for å se om de utvikler TCA (korksmak). Skulle fenomenet korket vin være av dine interesser så er Concezio din mann. Vi må imidlertid innrømme at han har fått god kontroll med korkproblemet. Vi har enda ikke opplevd en korket Zaccagnini. Naturlig og gammeldags Concezio Marulli er imidlertid en paradoksal herremann. Det er ikke mange som lager mer naturlige og gammeldagse viner enn vinhuset Zaccagnini. Han er en av de ytterst få i Abruzzo som forsøker å gjære med den naturlige gjæren på druene, bruker minst mulig inngrep under vinmakingen, unngår Noe er i gjære i Abruzzo Av Geir Gjerdrum Tom Marthinsen Helge Hansen (foto) tilsetninger og anser filtrering av rødviner som en uting. Rødvinene gjærer svært lenge (opp til 30 dager) med skinn og steiner fra druene. Det anses nærmest som en antikk praksis i dag. Utrykket i vinene til Zaccagnini er likevel moderne med vekt på ren fruktighet. Spektakulære Abruzzo Abruzzo er et ukjent turistmål for nordmenn, men er en rustikk region som har uvanlig mye å by på. Du finner mye av de samme bølgende åsene som i Toscana, men Abruzzo har også fjellkjeder, Italias største nasjonalparker, endeløse sandstrender, og alpinløyper. Det eneste som mangler er stjernerestauranter og store mengder utenlandske turister. Området rundt middelalderbyen Bolognano hvor Zaccagnini holder til ligger delvis inne i nasjonalparken. Her kan du imidlertid også utforske grotter og kunst. Den tyske kunstneren Joseph Beuys hold til her i flere tiår og samarbeidet med Zaccagnini. Utsikten fra Zaccagninis vingård. Noe er i gjære i Abruzzo Abruzzo ser mer og mer ut som et lovet land for rødvin. DN s vinanmeldere har besøkt regionen flere ganger de siste fire årene og blir stadig mer imponert. Abruzzo s Montepulciano kan med god vinmaking lage verdens beste billigviner. Druen gir mye farge og fruktsmak selv ved høy produksjon i vinmarken. Nå begynner det også å komme stadig flere viner i toppklassen fra området. I Italias mest berømte og innflytelsesrike vintidsskrift, Gambero Rosso s vinoscar var Årets vinmaker (Gianni Masciarelli) og Årets vindyrker (Edoardo Valentini) begge fra Abruzzo. Amerikanske Wine Spectator gav Zaccagninis Montepulciano d Abruzzo (i en mer eikepreget utgave) fjerde plass i en kåring av de hundre beste vinkjøpene fra Italia. 45130 Montepulciano d Abruzzo 2001 Zaccagnini Abruzzo/Italia Kroner 117,90 Dette er helt klart et av de beste vinkjøpene i Norge, hvis du liker den rike, myke og fruktige stilen på vinen. Den kommer hovedsaklig fra gamle tradisjonelle tendone vinmarker med lavere avkastning (produksjon per plante) enn det som er vanlig i Abruzzo. Kraftig søtlig aroma av bjørnebær og lakris (typisk for området rundt Bolognano). Fyldig og fruktig smak som likevel har tørrhet og friskhet. Vinen er i hovedsak lagret på store gamle eikefat. 34348 Montepulciano d Abruzzo San Clemente 2000 Zaccagnini Abruzzo/Italia Kroner 249,90 Dette er prestigevinnen laget fra nye vinmarker som er tettere plantet og beskjært lavt (dobbel guyot). Vinen har mer kraft og frukt en finnese, men dette er en praktfull dekadent vin. Intens mørk farge med voldsom søt bjørnebær og lakris duft og tydelig eikepreg. Voldsom og fyldig smak med god lengde. Prøv den til lett krydrede kjøttretter. Det særeste prosjektet til Concezio Marulli er søt rødvin av tørkede druer. Han lærte på ønologstudiet at det ikke var mulig med Abruzzo s drue Montepulciano. Han plantet derfor grenache-druer til dette formålet. Det ble en flott vin, men han var ikke fornøyd. - Jeg kunne ikke godta at noe skulle være umulig så nå har jeg likevel laget Montepulciano Pasito, forklarer Concezio Marulli. Vi får da smake hans eksperimenter de tre siste årene. Årgang 2002 var suverent best og en langt bedre hans ordinære pasito på grenache. - Først gikk det ikke så bra og det kunne synes som om professorene hadde rett, men jeg ga meg ikke, nå har jeg lykkes. Med disse spesiallagede små eikefatene på bare 40 liter blir vinen helt fantastisk, forklarer Concezio Marulli entusiastisk. www.dn.no/vinguiden/article118078.ecl Publisert:15.11.2003-01:51 Oppdatert: 15.11.2003-17:35 181
Geir Gjerdrum, (Abruzzo/Italia) (00:52 22.07.2001) Dette er Montepulciano Montepulciano d'abruzzo betyr rett og slett vin av Montepulcianodruen laget i Abruzzoregionen. d'abruzzo Montepulciano d Abruzzo må ikke forveksles med Vino Nobile de Montepulciano som er en vin av Sangiovesedruen fra Montepulciano-området i Toscana. Storproduksjon Montepulcianodruen modner sent og gir viner med mye farge og høyt ekstraktnivå. Dette frister mange produsenter til å ha alt for høy avkastning i vinmarken. Langt over 100 hektoliter per hektar er vanlig. Dette gir definitivt ikke kvalitetsvin. En topprodusent av Montepulciano d Abruzzo som for eksempel Zaccagnini har en avkastning på bare rundt 50 hektoliter per hektar. Problemet i Abruzzo er først og fremst at nærmere 80 prosent av all vin lages på kooperativer som bare er interessert i å lage mest mulig - og ikke best mulig vin. Den vanligste dyrkningsmetoden er å lage et tak av grener og blader med druene hengende under. Dette gir friske, men som regel svært enkle og vandige viner. Varmt - men kaldt. Abruzzo-området er i gangspunktet langt syd og svært varmt, men fjellene og en nesten konstant bris kjøler ned vinmarkene og nettene er relativ kjølige. Det er derfor mulig å lage både elegante og aromatiske viner av Montepulcianodruen i Abruzzo. En typisk Abruzzo vinstokk (juli 2001) med det tette løvtaket over druen. Til høsten vil den gi mye og dårlig vin. En noe mer disiplinert vinmark uten det typiske taket. Den gir kanskje bare en tredjedel av avkastningen til vinmarken over. Det gir imidlertid resultater i form av økt kvalitet. Bildet er fra kvalitetsprodusenten Zaccagnini,s vinmarker. NORVEGIA 182
NORVEGIA I. NOVEMBER 2003 DAGBLADET JULI 2010 DAGBLADET 183
13/06/2005 Norges beste vindatabase Billig og bra fra Abruzzo Det finnes knapt noe vinområde i verden som er bedre skikket til å lage flotte prisgunstige rødviner enn Abruzzo. Hvordan er så Abruzzo-vinene i det norske markedet? Beste kjøp 45130 Montepulciano d'abruzzo 2002 Zaccagnini - Italia, Abruzzo - Kroner 129,90 85 poeng Best Buys International AS Rik, fruktig duft av søte bjørnebær, lakris og treverk. Smaken er fyldig, konsentrert og myk, men har god syre og tanniner nok til å være en god matvin. Strålende i en vanskelig årgang. Lagret på store botti av slavonsk eik. 2003-årgangen er like rundt hjørnet. Den er enda bedre! Vimaker Concezio Marulli (bildet) har gjort en fantastisk jobb i en vanskelig årgang. Montepulciano d'abruzzo San Clemente 2001 Zaccagnini - Italia, Abruzzo - Kroner 269,90 88 poeng Mer kraft og frukt en finesse, men dette er en praktfull dekadent vin. Den er likevel mer elegant enn 2000-årgangen. Intens mørk farge med voldsom søt bjørnebær- og lakris-duft og tydelig eikepreg. Voldsom og fyldig smak med god lengde. Prøv den til lett krydrede kjøttretter. Dette er prestigevinen laget fra Zaccagnini som kommer fra deres nye vinmarker som er tettere plantet og beskjært lavt (dobbel guyot). 26.05.2006 Rødvinsslager i storform Fredagsvinen: Rødvinen Zaccagnini Montepulciano d'abruzzo, eller pinnevinen, holder fremdels stand som et av Norges beste vinkjøp. Vinmaker Concezio Marulli og eieren Marcello Zaccagnini gjør fremdeles sine saker bra. Deres Montepulcino d Abruzzo har skiftet årgang fra 2003 til 2004. Denne gangen får vi se en litt mer elegant og frisk vin fra deres hånd. Zaccagnini Montepulciano d'abruzzo er langt mer enn gimmicken med vinstokkbiten på flasken. Vinmakeren Concezio Marulli hos Zaccagnini er en mester til å trekke ut farge og frukt av druene uten å gjøre vinen for ekstratog tanninrik. 45130 Montepulciano d'abruzzo 2004 Cantina Zaccagnini - Italia, Abruzzo - Kroner 129,90 87 poeng Best Buys International AS Klikk her for å lese mer om Concezio Marulli og Zaccagnini. Det er utrolig vanskelig å fine noe å mislike ved denne vinen. Så har den da også blitt en av polets absolutte bestselgere i sin prisklasse. Smaken er svært fruktig, fyldig, substansrik, konsentrert og myk med fin syre. Den har akkurat nok tanniner nok til å være en topp matvin. Dette er en uvanlig anvendelig vin. Den passer til at fra pizza og pasta til grillet lam. Lang finish. 2004- årgangen har en mer elegant og frisk stil enn 2003-årgangen. NORVEGIA 184
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GUIDE 2013-15 Gambero Rosso l Almanacco del Berebene ʼ15 Abruzzo 2015 199
B I B E N D A IL LIBRO GUIDA AI VINI D ITALIA 2015 Fondazione Italiana Sommelier ABRUZZO 1439 BIBENDA/15 200
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Luca Maroni ANNUARIO DEI MIGLIORI VINI ITALIANI 2015 202
Edizione 2015 Touring Club Italiano guida 2015 203
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